3 d’oct. 2011

Lingua, montagne e contrazione

Cari amici,

Volevo condividere qualche riflessione in rapporto con conversazioni che abbiamo avuto con qualcuno di voi e che penso che possono interessarvi per motivi professionali o personali. Il tema è il rapporto tra la lingua, le montagne e la decrescita.

Con l'espansione territoriale dai Pirenei durante la conquista feudale dei territori d'al-Àndalus e l'espansione commerciale a traverso il Mediterraneo da parte dei re catalani, s'espande anche il dominio linguistico del catalano. In un certo modo, questo processo culmina con la massima sofisticazione del pensiero e l'arte con le opere dello scrittore, filosofo e teologo Llull (XIII-XIV) e del poeta March (XV).



Dopo la sconfitta militare e politica delle istituzioni catalane davanti l'esercito di Filippo V de Borbone all'inizio del Settecento si produce un processo vernacolare inverso. Cioè, c'è un processo d'eterogeneizzazione estrema della lingua dove ogni località genera una forma propria di parlare. Alla fine dell'Ottocento c'è una nuova espansione, in questo caso in altezza, poiché il movimento romantico catalano (Renaixença) ed il posteriore Modernismo si lancia alla scoperta delle montagne del paese. Di forma analoga all'epoca feudale, l'espansione culmina con le opere dei poeti Verdaguer e Maragall, oppure dell'architetto Gaudí.

Con la crescita economica della seconda metà del Novecento, basata in una espansione sociometabolica ed in un processo d'integrazione globale di ecosistemi e popoli, inoltre accaduta dopo la persecuzione politica della nazione da parte di Franco, la lingua s'omogeneizza di nuovo e si degrada così tanto come il paesaggio.


Negli ultimi anni, sembra che l'opzione indipendentista cresce. In aggiunta ai motivi economici, si argomenta che avere uno stato proprio sarebbe l'unica forma di evitare la scomparsa del poco che ci resta di identità culturale. Ma qualcuno di voi mi ha fatto vedere che se il processo d'integrazione globale continua, le differenze culturali si dissolveranno come adesso, anche se c'è uno stato proprio.

Questo ci porta a la decrescita ed all'uscita dell'attuale sistema a traverso la diminuzione della grandezza dell'economia e quindi una contrazione del metabolismo sociale (volontaria oppure per imperativo ecologico, questo non è chiaro). Per quello che riguarda all'uso dello spazio fisico, questa contrazione dipende della capacità di usare le risorse locale, cioè una espansione topologica dello spazio. Questo può essere espresso sia con la Teoria Generale delle Risorse di Almo Farina che a traverso l'esperienza artistica di Perejaume d'ampliamento dello spazio.

Mi chiedo se possiamo immaginare (politicamente e scientificamente) una nuova tapa di orogenesi linguistica parallela a questa contrazione sociometabolica. E quale è il ruolo delle montagne, dove storicamente si dice sono nate molte caratteristiche distintive della cultura catalana, in questo nuovo processo di mutazione culturale. Ho qualche idee per analizzare se/come sta accadendo questo cambiamento, ma prima vorrei conoscere la vostra opinione o idee su questi temi.

Un caro saluto,